L’Organizzazione non profit MSC Marine Stewardship Council lancia un appello per intraprendere azioni concrete a protezione della vita negli oceani.
L'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sullo Stato della pesca e dell'acquacoltura nel mondo (SOFIA report 2024), pubblicato lo scorso 7 luglio riporta dei dati preoccupanti per lo stato delle risorse ittiche e la biodiversità degli oceani. Il 37,7% (oltre un terzo) degli stock ittici marini è sovrasfruttato, con un aumento del 2,3 punti percentuali negli ultimi due anni rispetto al 2019.
MSC Marine Stewardship Council, organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso un programma per la pesca sostenibile, lancia un appello affinché gli impegni globali per affrontare il problema del sovrasfruttamento delle risorse ittiche siano seguiti da azioni concrete. “L’obiettivo 14 di sviluppo sostenibile fissato dalle Nazioni Unite nel 2015 richiama la necessità di conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine, ma come dimostrano i dati recenti della FAO questo obiettivo è stato disatteso” afferma Francesca Oppia, direttrice del programma MSC in Italia. “Eppure conosciamo le soluzioni per porre fine alla pesca eccessiva: istituire regimi di gestione basati su dati scientifici, trovare un accordo sulle regole che stabilisca le quantità di cattura di un determinato stock e l’eliminazione della pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata”.
Abbiamo bisogno che i governi di tutto il mondo intraprendano azioni concrete per creare un contesto favorevole alla pesca sostenibile e accelerare i progressi delle attività di pesca che mettono in pratica una gestione rispettosa della salute degli oceani. I pesci non conoscono i confini nazionali, quindi gli accordi per la gestione degli stock condivisi devono essere negoziati a livello regionale o internazionale. Attraverso uno sforzo globale, possiamo invertire la tendenza al sovrasfruttamento e contribuire a salvaguardare le risorse marine per questa e per le future generazioni.
I numeri del SOFIA report 2024
Nel 2022, il settore della pesca ha prodotto 92,3 milioni di tonnellate di pescato, per un valore di circa 159 miliardi di dollari. Questo corrisponde a 91 milioni di tonnellate di animali acquatici - 79,7 milioni di tonnellate nelle aree marine e 11,3 milioni di tonnellate nelle acque interne - oltre a 1,3 milioni di tonnellate di alghe.
La percentuale di stock marini pescati entro livelli biologicamente sostenibili è scesa al 62,3% nel 2021, il 2,3% in meno rispetto al 2019.
Solo il 37,5% degli stock ittici nel bacino Mediterraneo e del Mar Nero è pescato a livelli sostenibili.
Si stima che nel 2022 il consumo globale apparente di alimenti di origine animale acquatica abbia raggiunto le 165 milioni di tonnellate, aumentando a un tasso annuo quasi doppio rispetto a quello della popolazione mondiale dal 1961.
Il consumo apparente annuo globale pro capite di alimenti di origine animale acquatica è passato da 9,1 kg nel 1961 a 20,7 kg nel 2022.
Gli alimenti animali acquatici forniscono proteine di alta qualità - il 15% delle proteine animali e il 6% delle proteine totali a livello mondiale - e nutrienti chiave, tra cui gli acidi grassi omega-3, i minerali e le vitamine.
Il potenziale degli alimenti acquatici nel contribuire alla sicurezza alimentare, alla nutrizione e alla riduzione della povertà è sempre più riconosciuto nei principali forum globali, come il Vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Gli sforzi devono continuare a promuovere gli alimenti acquatici per una dieta sana a partire da oceani, laghi e fiumi sani. Una gestione efficace della pesca porta alla ricostituzione degli stock e sono necessarie azioni urgenti per replicare le politiche di successo.