Dal 24 marzo 2021, è disponibile su Netflix il documentario Seaspiracy che si propone di affrontare un’ampia gamma di problematiche riguardanti gli oceani. Il documentario nega l’esistenza di pratiche sostenibili di pesca e individua nella totale rinuncia al consumo di pesce l’unica reale modalità per proteggere gli oceani.
In quanto principale programma di certificazione di sostenibilità ittica a livello mondiale, siamo stati invitati a rilasciare un’intervista. Abbiamo tuttavia deciso di declinare questo invito perché l’evidente parzialità del team di produzione lasciava presupporre la possibile strumentalizzazione delle nostre dichiarazioni.
Riteniamo però doveroso chiarire alcuni aspetti presentati in modo fuorviante nel documentario, che stanno alla base della credibilità del nostro impegno quotidiano per la salute degli oceani.
Una definizione concreta di pesca sostenibile
La pesca sostenibile alla base del programma MSC è definita concretamente come una pesca che lascia in mare abbastanza pesci affinché lo stock possa riprodursi potenzialmente all’infinito, che minimizza il più possibile il proprio impatto sull’ecosistema e che viene gestita in modo responsabile e adattivo rispetto ai cambiamenti endogeni ed esogeni. Queste 3 dimensioni si concretizzano nei 3 Principi alla base dello Standard MSC per la pesca sostenibile, definito e periodicamente aggiornato attraverso un processo trasparente e aperto al contributo di ricercatori, ONG e operatori del settore.
L’efficacia del programma MSC è supportata in primis da evidenze scientifiche come quelle contenute nel Global Diversity Outlook nr. 5 delle Nazioni Unite e nella ricerca “Rebuilding marine life” del professor Carlos M. Duarte della King Abdullah University of Science and Technology, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature; ed è confermata dalla nostra esperienza ultra ventennale nel campo nella sostenibilità ittica: pensiamo ad esempio al recupero dello stock di merluzzo patagonico negli oceani meridionali, a quello dello stock di nasello della Namibia, in recupero dopo anni di pesca eccessiva da parte di flotte straniere, o alle acciughe del Cantabrico che dopo una gestione attenta sono tornate a prosperare e sostenere l’economia locale.
Credibilità del programma di certificazione MSC
La valutazione di conformità allo Standard MSC viene effettuata da revisori esperti in biologia marina e nella gestione della pesca indipendenti dalla nostra organizzazione, in modo da assicurare l'imparzialità dei risultati della valutazione. Tutte le valutazioni sono disponibili sul sito Track a Fishery. Anche se la certificazione indipendente è considerata come il sistema più affidabile per valutazioni oggettive, MSC ha previsto ulteriori misure di sicurezza a protezione del proprio programma; esse sono consultabili a questo indirizzo: https://www.msc.org/it/chi-siamo/credibilita-del-programma.
Contrariamente a quanto affermato nel documentario, il processo di certificazione non è un percorso semplice o poco impegnativo. Prima di sottoporsi alla valutazione vera e propria, molte attività di pesca si sottopongono prima a una più snella pre-valutazione con l’obiettivo di individuare le aree di miglioramento necessarie a ottenere un punteggio sufficiente nei diversi indicatori dello Standard MSC, condizione imprescindibile per ottenere la certificazione. L’implementazione dei miglioramenti in vista dell’inizio del percorso di valutazione può richiedere anni. In questo senso, il percorso di sostenibilità di un’attività di pesca che si avvicina al programma MSC inizia ancor prima di ricevere la certificazione vera e propria. La comune pratica di sottoporsi a prevalutazione spiega l’alto tasso di percorsi di certificazione con esito positivo.
È inoltre importante sottolineare come MSC sospenda dal proprio programma tutte le attività di pesca già in possesso della certificazione che cessano di rispettare i criteri dello Standard MSC o non implementano i miglioramenti necessari al mantenimento della certificazione. Sulle 409 attività di pesca certificate MSC nell’anno fiscale 2019-2020, 22 risultano sospese. Negli ultimi anni, abbiamo sospeso le certificazioni di alcune delle specie ittiche certificate maggiormente presenti sul mercato internazionale come sgombro, aringhe e potassolo a riprova che la nostra priorità risiede nella salute delle risorse ittiche, non in quella del mercato.
MSC è un’organizzazione indipendente
Il documentario identifica Unilever come uno dei fondatori di MSC, dimenticandosi però di citare la compartecipazione della maggiore organizzazione ambientalista mondiale: il WWF, che ha portato le istanze conservazioniste nel processo della nostra fondazione. Oggi MSC è un’organizzazione non profit completamente indipendente dai suoi fondatori. Manteniamo però un dialogo costante con tutti i portatori di interesse della pesca perché riteniamo l’inclusione di tutti gli stakeholder un presupposto fondamentale del progresso verso la sostenibilità.
MSC non è un'impresa commerciale; non riceviamo alcun reddito dalla certificazione delle attività di pesca o dal settore della pesca commerciale. Le nostre entrate derivano da donazioni di beneficenza da fondazioni e dalle licenze per l’uso del marchio blu MSC che viene utilizzato dalle aziende della catena di approvvigionamento (come brand commerciali, supermercati e ristoranti) per identificare i prodotti ittici certificati MSC. L'uso del nostro marchio avviene su base volontaria e solo una parte dei prodotti ittici provenienti dalla pesca sostenibile certificata porta il marchio sulla confezione.
Il nostro modello di finanziamento basato sul mercato è completamente trasparente; gli aggiornamenti sui nostri fondi sono pubblicati annualmente nel nostro bilancio d’esercizio. L’intero finanziamento derivante dall’uso delle licenze sul logo viene re-investito nel programma MSC per attività di mantenimento e aggiornamento degli Standard, iniziative di educazione e sensibilizzazione, espansione del programma, controllo dell’uso del logo e iniziative di raccolta fondi. MSC promuove inoltre l’Ocean Stewardship Fund, un fondo dedicato a promuovere miglioramenti concreti nell’ambito della pesca sostenibile.
Minimizzazione delle catture accessorie della pesca
Ogni attività umana ha un impatto sul suo ambiente, e la pesca non fa eccezione; l’obiettivo del nostro lavoro è quello di minimizzarlo il più possibile. Tra altri requisiti fondamentali, il Principio 2 dello Standard MSC chiede di ridurre al minimo la cattura di specie non oggetto della pesca, definite catture accessorie o accidentali; se le attività di pesca non implementano le pratiche necessarie alla loro minimizzazione, vengono sospese dalla certificazione. Riteniamo che l’attività di pesca islandese citata nel documentario rientri in questa categoria; essa è stata sospesa dal programma a causa di problemi legati al tasso di catture accidentali, per essere riammessa quando questi sono stati risolti.
Molte attività di pesca certificate MSC costituiscono esempi virtuosi grazie all’introduzione di metodi innovativi per proteggere la vita marina, come la modifica del tipo di attrezzatura per diminuire la cattura accidentale delle tartarughe o l'aggiunta di luci LED per aumentare la selettività delle catture. Un esempio particolarmente significativo è la pesca del nasello in Sudafrica certificata MSC, che ha ridotto la cattura accidentale di albatros del 99%.
La pesca sostenibile aiuta a proteggere i nostri oceani e il nostro futuro
Su una cosa in particolare siamo d’accordo con quanto affermato da Seaspiracy: quello della pesca eccessiva è un problema estremamente grave per la salute dei nostri oceani e dell’intero pianeta.
Nutriamo un profondo rispetto per una scelta di vita vegana o vegetariana, tuttavia non possiamo esimerci dall’osservare come la rinuncia al consumo di pesce sia una scelta personale che non tutti sono disposti a compiere. Il pesce rappresenta il 20% dell’assunzione media pro capite di proteine animali (FAO, SOFIA 2020) per più di 3,3 miliardi di persone a livello globale, mentre milioni di persone nel mondo basano la propria sussistenza sulla pesca. Il nostro lavoro è quello di rafforzare, diffondere e progredire su base scientifica la sostenibilità della pesca, affinché le risorse ittiche possano continuare a prosperare. Per il bene degli oceani e delle future generazioni.