“Quatte vongole ‘e pertose
E nu sicchio d’acqua ‘e mare:
quann’ ‘a rena se ne care tann’ ‘e miette a cucenà Aglio, uoglio e petrusino, tutt’e ccorne ntesecate, lengue 'e passere sculate:
cchiù so' ttoste e meglio so’"
Ecco l’inno alle vongole scritto dal più grande drammaturgo italiano, Eduardo De Filippo, che nel poemetto gastronomico “Si cucine cumme vogl’ì” esalta e canta in versi una di quelle cosiddette “ricette povere” della gastronomia italiana: le linguine alle vongole. Uno spunto, questo, da cui partire per parlare delle tante risorse della cultura mediterranea, fatta di tradizioni millenarie, buona cucina e amore per il mare. In linea con questi valori si colloca il lavoro che MSC sta realizzando quotidianamente con diversi interlocutori (pescatori, governi, aziende e ONG) per promuovere azioni concrete e mantenere i mari e gli oceani pieni di vita oggi, domani e negli anni a venire.
Se vogliamo che le generazioni future possano ancora contare sulle risorse del nostro pianeta, è necessario allora perseguire un modello di sviluppo che sia al tempo stesso sensibile all’ambiente, socialmente equo, ed economicamente efficace, in una parola sola sostenibile. Nel nostro paese, che è il primo ad aprire la strada della sostenibilità ittica nel bacino del Mediterraneo, spicca una realtà di assoluta eccellenza: una cooperativa veneta, la prima certificata con il marchio blu MSC, specializzata nella pesca alle vongole: la cooperativa O. P. Bivalvia. Una eccellenza tutta “made in Italy” che potremmo definire artigianale, dal momento che le attività, sia sulla barca che fuori, coinvolgono più di un centinaio di pescatori e le rispettive famiglie. Non solo, questa cooperativa si distingue per una pesca a rotazione e selettiva, realizzata nel rispetto e per la tutela delle specie ittiche del nostro mare.
E dal mare alla tavola il passo è breve: le vongole rappresentano uno degli ingredienti cardine della cucina italiana; ricche di vitamine e di minerali, spesso scelte per alcuni piatti iconici della nostra tradizione, sono oggi tra gli alimenti più gustosi e più sostenibili del nostro repertorio gastronomico. E, come direbbe De Filippo, ‘na poesia.