Viviamo (e consumiamo) in una nuova era geologica e culturale interamente plasmata dagli impatti degli esseri umani sul pianeta e sul clima: un’epoca chiamata per l’appunto “Antropocene” (dal greco antropos: uomo, e kainos: nuovo).
L’allerta climatica è alta, anzi, altissima, e i richiami da parte di scienziati e organizzazioni internazionali a porre un freno al riscaldamento globale e a tagliare le emissioni di CO2, entro pochissimi anni, trovano oramai consenso unanime. Quasi a sorpresa, le nuove generazioni sono scese in piazza in tutto il mondo, sulla scia della protesta della giovane Greta Thunberg, per porre le questioni ambientali al centro delle azioni politiche mondiali, al grido di “Salviamo il pianeta! Salviamo gli oceani! Salviamo i loro abitanti!”.
L’acqua, il mare, gli oceani, beni imprescindibili per la vita, sono oggi divenuti il vero grande patrimonio dell’umanità da salvaguardare a ogni costo. Secondo quanto rilevato dall’ultimo rapporto della piattaforma IPBES (Intergovernmental Science Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Service) dell’ONU, due specie di anfibi su cinque sono a rischio estinzione, così come un terzo dei coralli che formano la barriera corallina, e quasi un terzo delle altre specie marine.
Se l’inquinamento è considerato come il più grande problema per gli oceani — basti pensare alla plastica — l’overfishing (il sovrasfruttamento delle risorse ittiche) costituisce l’altra grande sfida per il futuro del nostri mari, sfida epocale che vede MSC impegnata in prima linea per contrastarne le conseguenze, e per promuovere una cultura consapevole e rispettosa degli ambienti marini. La lezione che i ragazzi ci stanno insegnando, con il loro esempio, è straordinaria: a dispetto di ciò che possiamo pensare, o di ciò a cui siamo abituati a credere, “noi” possiamo fare la differenza.
Abbiamo bisogno di azioni concrete, e per attuarle “tutti sono necessari, tutti sono benvenuti”. Come? Avendo, tanto per cominciare, la consapevolezza di quanto determinanti siano le nostre scelte di consumatori in fatto di sostenibilità. E l’alimentazione, in questo, gioca un ruolo essenziale. Per evitare il depauperamento di un bene prezioso — il patrimonio ittico — che è una fonte alimentare, ma anche culturale di indubbia rilevanza, l’indirizzo da seguire è quello di preferire i prodotti di una pesca che sia certificata sostenibile a tutti i livelli. Fare questa scelta, che ha l'obiettivo di agire nel rispetto degli ecosistemi marini senza danneggiare le comunità che traggono il loro sostentamento economico da questo settore, ha per noi consumatori finali un grande valore aggiunto: il futuro.
Opinioni
15 ottobre 2019