18 Luglio 2018 - La O.P. Bivalvia Veneto Società Cooperativa, in sinergia con il CO.GE.VO. (COnsorzio GEstione VOngole) di Venezia ed il CO.GE.VO. Chioggia, ha ottenuto la certificazione MSC (Marine Stewardship Council) per la pesca delle vongole nell’area veneta dell’Adriatico, poiché è stata giudicata sostenibile e ben gestita in seguito ad una valutazione condotta dal certificatore indipendente DNV-GL.
Si tratta della prima attività di pesca a ricevere la più importante certificazione di sostenibilità non solo in Italia, ma in tutto il bacino del Mediterraneo.
Composta da una flotta artigianale[1], l'Organizzazione di Produttori opera nei compartimenti marittimi di Venezia e Chioggia, e tutte le barche associate che pescano vongole rientrano nella certificazione. Le barche da pesca misurano dagli 11 ai 15 metri e ospitano a bordo una media di 2,5 persone ciascuna, operando 4 giorni alla settimana e rispettando un limite max giornaliero di pescato pari a 400 Kg per barca. Mentre il fermo biologico obbligatorio è di 2 mesi all’anno, i CO.GE.VO. di Venezia e Chioggia osservano un fermo biologico riproduttivo medio di 5 mesi l’anno.
La vongola (Chamelea gallina) è un mollusco marino bivalve che caratterizza il fondale sabbioso dell’Adriatico tra i 3 e i 12 metri di profondità.
Ricche di acidi grassi omega-3, vitamina B, ferro e proteine, le vongole sono una risorsa estremamente popolare in Italia, e un ingrediente fondamentale in ricette tradizionali conosciute in tutto il mondo come la pasta con le vongole.
La pesca delle vongole nell’Alto Adriatico è iniziata circa 60 anni fa. Oggi si pesca prevalentemente mediante l’utilizzo di draghe idrauliche. L’ammontare annuale delle catture nel Veneto si attesta intorno a 4.600 tonnellate (media 2016-2017), ovvero il 26% della produzione nazionale. Attualmente il consumo del prodotto è per il 95% fresco e nazionale. Il 5% viene surgelato.
La certificazione di O.P. Bivalvia Veneto, in collaborazione con i CO.GE.VO. di Venezia ed il CO.GE.VO. di Chioggia, non implica che tutte le attività di pesca italiane che utilizzano draghe idrauliche siano in linea con i requisiti degli standard di sostenibilità MSC, che considerano lo stato dello stock, la minimizzazione dell’impatto sull’ecosistema marino e una gestione efficace. L’attività di O.P. Bivalvia è stata giudicata conforme agli standard ambientali di sostenibilità MSC in seguito ad un’analisi dei dati relativi allo specifico contesto in cui si svolge l’attività di pesca, in particolare sullo stato dello stock, la minimizzazione dell’impatto sull’habitat e sull’ecosistema, e la gestione che viene adottata per regolare e controllare ciascuno di questi elementi.
O.P. Bivalvia Veneto impiega le draghe idrauliche su una superficie pari al 35% dell’area popolata dalle vongole, e viene messo in atto sistematicamente un piano di rotazione per permettere il pieno recupero delle aree sfruttate. Periodicamente vengono, inoltre, effettuate importanti attività di spostamento di banchi naturali, utili a riseminare il prodotto in aree meno produttive. Successivamente le stesse zone di mare vengono interdette alla pesca, creando nursery fondamentali dal punto di vista biologico-riproduttivo.
In collaborazione con l'Istituto di Ricerca Agriteco, vengono effettuati metodicamente monitoraggi scientifici regolari sia nell’area di pesca, che nelle aree limitrofe, per assicurare che l’attività di pesca sia svolta in linea con gli obiettivi di gestione.
Infine, le barche da pesca sono soggette a un controllo in tempo reale con un sistema satellitare per verificare la conformità dell’attività al piano di gestione; oltre al regolare controllo da parte delle autorità preposte, è in atto un sistema sanzionatorio interno qualora si riscontrassero eventuali infrazioni.
Gianni Stival, Presidente di O.P. Bivalvia Veneto, afferma: “Siamo estremamente orgogliosi di questo risultato, che significherà impiegare ulteriore lavoro ed un impegno continuativo nelle nostre attività quotidiane, ma anche un grande prestigio. L'O.P. Bivalvia Veneto, in piena sinergia con il CO.GE.VO di Venezia ed il CO.GE.VO. di Chioggia, quest’ultimo guidato dal Presidente Boscolo Michele Marchi, si impegna ogni giorno, e continuerà a impegnarsi sempre di più, per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Essere la prima attività di pesca ad ottenere questa prestigiosa certificazione in tutto il Mediterraneo è un risultato davvero importante, che festeggiamo insieme ai 105 proprietari delle imbarcazioni che formano la cooperativa, e naturalmente alle loro famiglie, che sono tutte direttamente coinvolte in questa attività artigianale.”
Francesca Oppia, Program Manager di MSC per l’Italia, dice: “Accogliamo questa certificazione con grande entusiasmo. È estremamente importante sottolineare come questa certificazione non sia un punto di arrivo, bensì un punto di partenza per O.P. Bivalvia Veneto, che dovrà continuare a lavorare anno dopo anno per poter soddisfare tutti i criteri necessari a mantenere la certificazione e apportare continui miglioramenti per garantire la sostenibilità della propria attività. Sebbene lo stock delle vongole sia monitorato regolarmente e sia stata implementata una strategia di gestione per assicurarne la sostenibilità nel lungo termine, la valutazione indipendente ha evidenziato alcune “condizioni” (aree di miglioramento), che dovranno essere soddisfatte entro 4 anni per manterenere la certificazione e per una gestione sempre più sostenibile. Ci auguriamo che questa certificazione sia solo la prima di tante altre, perché il Mediterraneo, in cui il 90% degli stock ittici valutati sono sovrapescati, ha veramente bisogno di un grande impegno verso la sostenibilità.”
Le “condizioni” evidenziate dal certificatore indipendente hanno l’obiettivo di assicurare una gestione sostenibile della pesca nel medio e nel lungo termine, per cui a O.P. Bivalvia Veneto e ai CO.GE.VO di Venezia e Chioggia è stato richiesto di dimostrare secondo parametri scientifici che lo stock è gestito a livelli uguali o superiori al rendimento massimo sostenibile (RMS). Inoltre è prevista la messa in atto di un regolare monitoraggio scientifico di tutte le catture (quantità per stagione, distribuzione spaziale, impatto...) al fine di monitorare e minimizzare l’impatto della pesca sulle specie che non sono obiettivo diretto dell’attività.
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